Candido Portinari nasce il 30 dicembre 1903 in una fazenda di caffè a Brodowski, nello Stato di San Paolo. Figlio di immigranti italiani, di umili origini, ha finito solo le scuole elementari. Fin da bambino manifesta la vocazione artistica. A 15 anni, si reca a Rio de Janeiro per studiare più sistematicamente la pittura, iscrivendosi alla Scuola Nazionale delle Belle Arti.
Nel 1928 riceve il Premio di Viaggio all’Estero dell’Esposizione Generale di Belle Arti, di tradizione accademica. Si reca a Parigi, dove rimane tutto l’anno 1930. Lontano dalla patria nostalgico a causa della distanza dai propri cari, Portinari decide di ritornare in Brasile nel 1931 e ritratta sulle sue tele il popolo brasiliano, superando poco alla volta la propria formazione accademica e fondendo l’antica scienza della pittura ad un moderno spirito sperimentalista e anti-accademico.
Nel 1935, arriva il primo riconoscimento internazionale, la seconda menzione d’onore all’esposizione internazionale del Carnegie Institute di Pittsburgh, negli Stati Uniti, con una tela di grandi proporzioni intitolata “Café”, in cui raffigura una scena agraria tipica dei suoi luoghi di origine.
L’inclinazione muralista di Portinari si rivela con vigore nei pannelli realizzati per il Monumento Stradale nell’Autostrada Rio de Janeiro – San Paolo nel 1936, e negli affreschi del nuovo edificio del Ministero dell’Educazione della Salute, realizzati tra il 1936 e il 1944. L’insieme di tali opere, come concezione artistica, rappresenta un punto di riferimento nell’evoluzione dell’arte di Portinari e affermano la scelta della tematica sociale, che ha poi condotto tutta la sua opera.
Compagno di poeti, scrittori, giornalisti e diplomatici, Portinari ha fatto parte dell’élite intellettuale brasiliana in un’epoca in cui si verificavano cambiamenti notevoli nell’estetica e nella cultura del paese.
Alla fine degli anni 30, l’influenza di Portinari negli Stati Uniti si è consolida. Nel 1939, realizza tre grandi pannelli per il padiglione brasiliano all’Esposizione Universale di New York. Nello stesso anno, il Museum of Modern Art di New York acquista la tela “O Morro”.
Nel 1940, partecipa ad una mostra di arte latino americana al Riverside Museum di New York ed espone individualmente al Detroit Institute of Arts e al Museum of Modern Art di New York con enorme successo di critica, di vendite e di pubblico, Nel dicembre dello stesso anno, l’Università di Chicago pubblica il primo libro sul pittore, “Portinari, His Life and Art”, con introduzione dell’artista Rockwell Kent e moltissime riproduzioni delle opere.
Nel 1941, Portinari realizza quattro grandi murali alla Fondazione Ispanica della Biblioteca del Congresso di Washington, con temi relativi alla storia latino americana. Tornato in Brasile, realizza, nel 1943, otto pannelli denominati “Serie Biblica”, fortemente ispirato dalla visione picassiana di “Guernica” e influenzato della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1944, invitato dall’Architetto Oscar Niemeyer, inizia le opere di decorazione del Complesso Architettonico di Pampulha, a Belo Horizonte, nello Stato di Minas Gerais, distinguendosi il murale “São Francisco” e la “Via Sacra”, nella Chiesa di Pampulha. L’ascesa del nazifascismo e gli orrori della guerra rinforzano il carattere sociale e tragico delle sue opere, portandolo alla produzione delle serie “Retirantes” e “Meninos de Brodowski” tra il 1944 e il 1946 e all’attivismo politico, iscrivendosi al Partito Comunista Brasiliano e candidandosi a Deputato nel 1945 e a Senatore nel 1947.
Ancora nel 1946, Portinari ritorna a Parigi per realizzare la sua prima esposizione in Europa, alla Galerie Charpentier. L’esposizione avrà grande ripercussione e a Portinari verrà assegnata la Légion d’Honneur dal governo se.
Nel 1947 espone al salone Pe di Buenos Aires in Argentina e nei saloni della Commissione Nazionale di Belle Arti di Montevideo in Uruguay, ricevendo numerosi omaggi da parte di artisti, intellettuali e autorità di entrambi i paesi.
Alla fine degli anni 40 inizia l’esplorazione dei temi storici mediante l’affermazione del muralismo. Nel 1948, Portinari si esilia per questioni politiche in Uruguay, dove dipinge il pannello “A Primeira Missa no Brasil”, ordinatagli dalla Banca Boavista del Brasile.
Nel 1949 realizza il grande pannello “Tiradentes”, narrando episodi del giudizio e dell’esecuzione dell’eroe brasiliano che lottò contro il dominio coloniale portoghese. Per questa opera, Portinari riceve, nel 1950, la medaglia d’oro concessagli dalla Giuria del Premio Internazionale della Pace a Varsavia, in Polonia.
Nel 1952, su richiesta della Banca della Bahia, realizza un altro pannello con tematica storica, “A Chegada da Família Real Portuguesa à Bahia” e inizia gli studi per il pannello “Guerra e Paz”, offerti dal governo brasiliano alla nuova sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Terminati nel 1956, i pannelli misurano circa 14m x 10m e sono i più grandi mai dipinti da Portinari.
Nel 1955 riceve la medaglia d’oro concessagli dall’International Fine-Arts Council di New York come miglior pittore dell’anno. Nel 1956 Portinari va in Israele, su invito del governo, esponendo le proprie opere in vari musei e realizzando disegni ispirati nel recentissimo Stato di Israele, posteriormente esposti a Bologna, a Lima, a Buenos Aires e a Rio de Janeiro. Nello stesso anno, Portinari riceve il Premio Guggenheim e, nel 1957, la menzione d’onore al Concorso Internazionale di Acquerello dell’Hallmark Art Award di New York. Alla fine degli anni 50 realizza diverse esposizioni internazionali.
Espone a Parigi e a Monaco di Baviera nel 1957. È stato l’unico artista brasiliano a partecipare all’esposizione “50 Anni di Arte Moderna”, al Palais de Beaux Arts, a Bruxelles, in Belgio, nel 1958. Come invitato d’onore, ancora nel 1958, espone 39 opere alla sala speciale della I Biennale di Arti Plastiche di Città del Messico. Nello stesso anno, espone a Buenos Aires e, nel 1959, alla Galleria Wildenstein di New York. Insieme ad altri grandi artisti americani come Tamayo, Cuevas, Matta, Orozco e Rivera partecipa all’esposizione “Collezione d’Arte Interamericana” del Museo di Belle Arti di Caracas, in Venezuela. Candido Portinari muore il 6 febbraio 1962, vittima di un’intossicazione causatagli dai colori utilizzava, mentre preparava una grande esposizione di circa 200 opere a Milano, su invito del Comune.